In questo articolo identifichiamo le principali differenze nella regolamentazione del telelavoro nei diversi Stati membri.

La chiusura delle frontiere causata dalla pandemia COVID-19 ha colpito in particolare i lavoratori transfrontalieri, che non hanno potuto raggiungere il luogo di lavoro e sono stati costretti a telelavorare dalla propria residenza. Ciò ha spinto la Commissione europea ad adottare linee guida per il coordinamento del telelavoro intracomunitario, che sono di grande interesse.

I concetti di lavoratore autonomo, lavoratore autonomo fittizio o lavoratore autonomo economicamente dipendente spesso generano confusione tra le persone che vogliono telelavorare per la propria azienda da un altro Paese. Di seguito spieghiamo le caratteristiche di ciascuna e le relative implicazioni.

Una convenzione bilaterale è un accordo firmato tra due Stati per regolare questioni cruciali per i telelavoratori, come la tassazione e la Sicurezza Sociale.

Sebbene non esista una legislazione specifica che regoli il telelavoro a livello europeo, esistono regolamenti e direttive che affrontano questioni legate al telelavoro e che abbiamo elencato in questo articolo.

Questa è una delle domande più importanti poste dai telelavoratori ed è difficile rispondere perché non esiste un unico insieme di regole. Si vedano le implicazioni del principio di territorialità.

Affinché i nomadi digitali possano svolgere la loro attività da qualsiasi parte del mondo in tutta tranquillità, è consigliabile che stipulino un'assicurazione medica per coprire qualsiasi incidente che potrebbero subire.

Una tessera gratuita che consente l'accesso all'assistenza sanitaria pubblica -necessaria dal punto di vista medico- durante un soggiorno temporaneo in uno dei 27 Stati membri dell'UE, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, alle stesse condizioni e allo stesso costo (in alcuni Paesi l'assistenza è gratuita) delle persone assicurate in quel Paese.