Un lavoratore distaccato è un lavoratore che si reca temporaneamente in un altro Paese per decisione della sua azienda, la quale è tenuta a garantire una serie di condizioni e circostanze per effettuare questo distacco temporaneo.
Le aziende hanno generalmente una serie di ragioni comuni per il distacco temporaneo di un lavoratore; tali ragioni sono di natura economica, tecnica, organizzativa, produttiva e/o di assunzione.
Sono i datori di lavoro a dover rispettare una serie di azioni, condizioni, regole e scadenze affinché il distacco temporaneo abbia luogo:
1. Carattere temporale dello spostamento
Questo è un punto critico e dà significato all'intervento. Un distacco non può essere effettuato a tempo indeterminato e quindi non potrebbe essere applicabile se un lavoratore propone alla sua azienda di lavorare a distanza da un altro Paese a tempo indeterminato.
Il distacco dei lavoratori può essere di breve durata (fino a 12 mesi) o di lunga durata (più di 12 mesi). Se l'azienda ne ha bisogno perché gli obiettivi che giustificavano il distacco non sono stati raggiunti, può chiedere una proroga fino a un massimo di 18 mesi.
2. Motivazione per il distacco
Un'altra questione fondamentale è il motivo del trasferimento. In questo caso, la motivazione deve provenire dall'azienda, che propone questa manovra per raggiungere uno dei suoi obiettivi (aprire un nuovo mercato, fare investimenti, formare un team, ecc.)
Se è il dipendente a volersi stabilire in un altro Paese, non si tratta di una motivazione aziendale ma personale, e come tale non può essere presa in considerazione in questo caso.
Il distacco dei lavoratori è regolamentato e controllato nell'Unione Europea e nei suoi Stati membri, che possono stabilire i controlli che ritengono opportuni. Per questo motivo, deve essere pienamente giustificato e deve essere sempre conforme alla legislazione in vigore.